Ambulanza tipo A: a cosa serve e quando deve essere chiamata

Ambulanza tipo a

La classificazione delle vetture adibite al trasporto di infermi, infortunati e feriti in “ambulanza tipo a” e di “ambulanza di tipo b” si trova nel DM 553 del 17/12/87, anche la normativa europea EN 1789:2020 ha cambiato alcuni standard di riferimento.

Tipologia ambulanze per la direttiva Europea

Nell’ottica di omologare i servizi a livello sovranazionale, l’Unione Europea ha stilato una normativa in cui vengono definiti gli standard di riferimento che dovrebbero essere adottati da tutti i paesi in tema di ambulanze, in modo che siano sempre riconoscibili.

La norma prevede dei parametri sia a livello della carrozzeria degli automezzi che della loro attrezzatura. Le tipologie previste sono in ordine progressivo di emergenza:

  • ambulanza tipo A: adibita al trasporto sanitario non emergenziale. Esistono anche due sottocategorie: A1, mezzi senza sirene né luci, A2, con dotazione di segnalazione visiva e acustica. Solitamente è più piccola e meno attrezzata dei mezzi di pronto soccorso.
  • ambulanza tipo B: è l’automezzo più comune e riconoscibile, trattandosi di un’ambulanza per il pronto soccorso. Dotata di un equipaggiamento avanzato, è in grado di prestare aiuto anche sul campo. A bordo è presente un medico di urgenza.
  • ambulanza tipo C: è un automezzo impiegato per situazioni di massima emergenza su cui trova posto non solo l’equipaggiamento avanzato, ma anche di tipo ospedaliero, come l’intubazione e la ventilazione assistita durante il trasporto. Può funzionare come centro mobile di rianimazione e viaggia sempre con uno o più medici a bordo.

Tipologie di ambulanze in Italia

Facendo riferimento, invece, alla legislazione italiana, si possono distinguere tre tipologie di ambulanze a seconda della strumentazione a bordo, dell’equipe presente sul mezzo e della finalità cui sono chiamate a rispondere:

  • ambulanza tipo A: con medico d’urgenza a bordo, è la vettura chiamata in caso di emergenza per un rapido trasferimento del paziente in una struttura ospedaliera o un immediato intervento sul campo. Le sottocategorie A1/2 in questo caso si riferiscono ai mezzi che operano nei centri storici o con particolari specifiche dimensionali. Nell’A2, ad esempio, possono essere caricati più pazienti;
  • ambulanza tipo B: destinata al trasporto pazienti, può essere anche un’automedica o un taxi sanitario, viene chiamata in caso di necessità, quando si debba trasferire un infermo o un allettato che non può muoversi da o verso un centro di cura;
  • ambulanza tipo C: sebbene non compaia esplicitamente nel DM 553/1987, si tratta della cosiddetta “unità mobile di terapia intensiva”. Sovente è l’ambulanza di tipo A a prendere in carico pazienti gravi, che necessitano di trattamento avanzato.

Altre sigle indicano più esplicitamente quali strumenti e professionisti trovano posto a bordo:

  • MSB, mezzi di soccorso di base: trasportano presidi semplici e personale soccorritore;
  • MSI, mezzi di soccorso intermedio o infermieristico: trasportano presidi semplici e/o avanzati, con la presenza di un infermiere a bordo;
  • MSA, mezzi di soccorso avanzato: trasportano equipaggiamento avanzato, con la presenza di un infermiere e di un medico specializzato in anestesia e rianimazione.
  • VLV: veicolo leggero veloce, come l’automedica

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Qual è la strumentazione di un’ambulanza tipo A?

La cosiddetta ambulanza di soccorso, in cui l’abitacolo è separato dal vano destinato alla prestazione di cure al paziente, ha in dotazione una serie di presidi e di strumenti medicali che cambiano a seconda dell’entità della situazione in cui ci si trova.

L’ambulanza tipo A infatti può essere utilizzata o per prelevare il paziente e portarlo il più velocemente possibile in luogo sicuro, oppure per stabilizzarlo sul luogo e poi trasportarlo in ospedale.

Non mancano mai, tuttavia, kit di rianimazione, materiale di primo soccorso e per le medicazioni, strumenti diagnostici di base, apparecchi per l’ossigenoterapia (maschere facciali, pallone autoespandibile), attrezzatura per la movimentazione dei pazienti e per l’immobilizzazione in sicurezza (tavola spinale, trauma estricatore, materassino atraumatico), dispositivi per il monitoraggio dei parametri vitali e per l’infusione venosa, defibrillatore, deflussori, cannule nasofaringee.

Anche gli apparati dell’ambulanza di tipo A devono essere ben distinguibili: scritta ambulanza sul cofano, simboli del soccorso – come la stella della vita, colori definiti a norma di legge, preferibilmente a scacchiera.

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Quando viene chiamata l’ambulanza tipo A?

Questo tipo di mezzo entra in attività in casi di estrema urgenza, ossia quando il paziente è a rischio di vita o necessita un intervento immediato di tipo farmaceutico o medico.

Ecco perché a bordo è sempre presente un medico del Dipartimento Emergenza e Urgenza, coadiuvato da almeno due soccorritori con esperienza avanzata.

Le ambulanze di tipo A sono quelle che intervengono quando si chiama il 118, e quindi in carico all’SSN, ma il servizio può essere svolto anche da compagnie private.

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