Trasporto dializzati, come avviene e come richiederlo

La vita di un paziente che si deve sottoporre a dialisi tre o più volte a settimana non è certo tutta rosa e fiori: per questo il trasporto dializzati deve avvenire nel massimo confort possibile, con rapidità e in sicurezza, in modo da favorire un impatto minimo della somministrazione della terapia sulle attività quotidiane, circoscrivendo al massimo i disagi che potrebbero insorgere.

La dialisi, una terapia salvavita

L’emodialisi, o semplicemente dialisi, consiste in un processo di rimozione artificiale e meccanica degli scarti, delle scorie, dei sali e dei liquidi non utilizzati dal sangue, funzione cui, in condizioni normali di salute, assolvono pienamente i reni.

Quando questo però non avviene, a causa di patologie a carico degli organi preposti allo smaltimento come l’insufficienza renale cronica, si rende necessaria la dialisi, ossia la pulizia del sangue dagli elementi di scarto che altrimenti determinerebbero un aggravamento significativo delle condizioni di vita del paziente, sino alla morte.

Il processo deve essere eseguito a giorni alterni, e in alcune situazioni anche tutti i giorni, motivo per cui bisogna recarsi in centri specializzati, presenti sul territorio, che dispongano delle apparecchiature necessarie a filtrare il sangue in circolazione extracorporea.

Questa procedura garantisce la sopravvivenza anche oltre i 30 anni, sostituendo in tutto e per tutto i reni nell’attesa di un trapianto, ma è altamente debilitante e invasiva, dal momento che per ogni ciclo bisogna preventivare almeno 4 ore di permanenza presso il centro specializzato di dialisi.

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Trasporto dializzati, le opzioni possibili

L’andirivieni dal centro di dialisi del paziente con insufficienza renale può incidere profondamente sullo stile di vita e sulle consuetudini dello stesso e dei suoi familiari.

Il più delle volte, quando il dializzato è autonomo, può recarsi nel centro di somministrazione della terapia in modo autosufficiente, con la macchina o con i mezzi pubblici. Il Sistema Sanitario Nazionale, attraverso le aziende sanitarie locali, riconosce dei rimborsi a chilometraggio o dei costi dei biglietti utilizzati ai pazienti nefrotici.

Tuttavia, per pazienti non autosufficienti, si rende necessario un trasporto dializzati in ambulanza o in taxi sanitario, chiamato anche “trasporto protetto”, a carico dell’ASL di competenza solo in alcuni casi riconosciuti dal medico del centro dialitico.

Trasporto dializzati in ambulanza o taxi sanitario privato

Il trasporto dializzati è identificato come un tipo di trasferimento “sanitario semplice”: il paziente, che non richiede durante il viaggio di un’assistenza dedicata o specifica, viene accompagnato dal domicilio verso il centro dialisi e viceversa.

I mezzi utilizzati per tale tipo di trasporto spaziano dalle autovetture ai furgoncini finestrati attrezzati, fino all’ambulanza quando è necessario movimentare il paziente con la barella o per persone non deambulanti.

Come abbiamo visto, i rimborsi previsti dall’SSN si applicano a tutti i pazienti nefrotici, a patto che si rechino nelle strutture più vicine al loro domicilio o comunque verso centri convenzionati.

Non sempre, tuttavia, questo è possibile: quando ci si trova lontano da casa, per vacanza, lavoro o altre esigenze, è utile rivolgersi a un servizio privato che possa corrispondere alle necessità del paziente.

Le ambulanze di For Life Emergenza per il trasporto dializzati

Affrontare la dialisi con serenità e senza stress è un fattore importante per la buona riuscita della terapia, e la fase di trasporto verso il centro specializzato può essere fronte di stress e preoccupazione: trovare parcheggio, sapere come arrivare ma non come tornare, orari flessibili indipendenti dalle scelte del paziente, sono tutti problemi che possono essere bypassati affidandosi a un trasporto dializzati sicuro, efficace e veloce.

Le ambulanze di Emergenza For Life sono a disposizione h24 e 7/7 per i trasporti sanitari, e puoi prenotare il servizio sia occasionalmente che in modo continuativo: per maggiori informazioni basta chiamare il numero 06 8697 6146.

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Trasporto ECMO, cos’è e quale tipo di ambulanza serve

L’Extra Corporeal Membrane Oxygenation, con abbreviazione ECMO e tradotto in italiano come circolazione extracorporea a membrana, è una procedura di rianimazione che prevede il supporto meccanico prolungato delle funzioni vitali, respiratorie e cardiache, in pazienti in cui il cuore o i polmoni sono in condizioni tali da non poter garantire un adeguato scambio di gas o perfusione del sangue.

Viene praticata in condizioni acute gravi, quando l’organismo non risponde ai trattamenti farmacologici o non riesce a ossigenare a sufficienza il sangue, facilitando lo smaltimento dell’anidride carbonica e simulando un battito cardiaco potente e regolare. L’ECMO dunque assolve sia alla funzione ventilatoria dei polmoni che a quella di pompa del cuore.

Quando si usa e per chi è indicata l’ECMO

Durante le fasi più critiche della pandemia da COVID-19 la tecnica dell’ossigenazione a membrana extracorporea è stata ampiamente utilizzata in pazienti affetti da sindromi da distress respiratori acuti, aggravati dalla presenza del virus che impediva ai trattamenti convenzionali, tipo ventilazione artificiale o pronazione, di ottenere uno cambio di gas sufficiente.

Sebbene non siano molti i centri abilitati a questo tipo di procedura, tuttavia è stato dimostrato che quanto più precocemente si ricorra all’ECMO in situazioni di insufficienza cardio-respiratoria reversibile, tanto più sono numerose le possibilità di successo terapeutico.

Nonostante la tecnica sia altamente rischiosa e invasiva, si rende in alcuni casi necessaria poiché L’ECMO dà la possibilità agli organi interessati – cuore e polmoni – di restare a riposo il tempo necessario per recuperare le rispettive funzionalità.

Una pompa tecnologicamente avanzata simula infatti le contrazioni cardiache mentre l’ossigenatore a membrana dà supporto o sostituisce temporaneamente la funzione polmonare. Nel frattempo il sangue viene fatto uscire dal corpo da una vena centrale e fatto passare prima da un cosiddetto polmone artificiale e poi all’interno di un riscaldatore, per essere poi reimmesso nell’organismo tramite un’arteria.

Le due tipologie più diffuse di Ecmo sono quella veno-venosa, che serve principalmente a supportare i polmoni, e quella veno-arteriosa, dove invece svolge un’azione emodinamica più massiccia.

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Il trasporto ECMO, apparecchiature ed équipe sanitaria

Per il trasporto di pazienti sottoposti a ECMO è necessario un’équipe medica specializzata, solitamente composta da un medico cardiologo o pneumologo, uno o due cardio-anestesisti, un perfusionista e un tecnico ECMO o un infermiere di area critica. Questi si recano con l’attrezzatura portatile nel centro di prelievo del paziente che deve essere spostato per poterlo mettere in sicurezza e per avviare le pratiche di trasporto.

La procedura di movimentazione deve essere eseguita nella massima sicurezza data la fragilità in cui versa il paziente trasportato e con la massima velocità possibile, in modo da non prolungare una situazione potenzialmente pericolosa.

Solitamente per il trasporto in ECMO si ricorre a mezzi specializzati, tra cui ambulanze, elicotteri e aerei d’emergenza C130, a seconda della distanza che si deve percorrere per portare il paziente da un centro medico all’altro, ma anche delle condizioni meteo e della disponibilità dei mezzi stessi.

L’equipaggiamento delle ambulanze su strada che devono procedere al trasferimento del paziente con ECMO prevede la presenza di apparecchiature portatili, che compongono il cosiddetto “castello”, adatte all’ossigenazione del sangue extracorporea, tra cui pompe a centrifuga, defibrillatore, ecocardiografo, ossigenatore a membrana, tubi di raccordo, strumenti sterili, barelle appositamente progettate per ridurre al minimo gli spostamenti non voluti.

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Hai bisogno di un’ambulanza per un trasporto sanitario? Affidati a Emergenza For Life

Così come per il trasporto ECMO, il trasferimento sanitario di pazienti da casa verso centri di cura o intraospedaliero è una fase delicata che richiede la massima esperienza e la presenza di personale preparato a tutte le evenienze.

Per questo affidarsi a Emergenza For Life è sinonimo di competenza, affidabilità e tecnologia all’avanguardia. Prenota ora al numero 06 86976146.

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Nutrizione parenterale: cos’è, come funziona e come somministrarla a casa

La nutrizione parenterale consiste in una forma di alimentazione dell’organismo senza che il cibo bassi attraverso l’apparato digerente, destinata a pazienti che in via temporanea o permanente soffrono di patologie a carico di uno o più organi che compongono il sistema gastrointestinale.

Questo tipo di nutrizione può supplire in tutto o in parte all’apporto di sostanze nutritive, grazie a un accesso sotto forma di catetere venoso per l’infusione di soluzioni liquide che contengono carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali, amminoacidi ed elettroliti direttamente nel sangue.

Che cos’è la nutrizione parenterale e per chi è destinata?

La nutrizione parenterale è una terapia che prevede l’esclusione dell’apparato digerente, dalla bocca all’ano, nel processo di alimentazione.

Il termine parenterale, composto dalle parole greche para (oltre) e enteron (intestino) indica infatti qualsiasi forma di assunzione di macroalimenti che non contempli l’ingerimento attraverso la via gastrointestinale. È tuttavia da distinguersi dalla nutrizione enterale in cui è bypassato il tratto esofageo e/o gastrico attraverso l’inserimento di un sondino che porta direttamente le sostanze allo stomaco o nell’intestino tenue.

Molte malattie o condizioni patologiche possono richiedere la nutrizione parenterale, soprattutto in caso di mancato apporto nutritivo, disfunzioni della digestione o dell’assorbimento. Si usa per lo più nella sindrome dell’intestino corto, in presenza di fistole gastrointestinali, ostruzione intestinale, pancreatite acuta, in pazienti critici con il morbo di Crohn, cancro nell’apparato digerente, malattie ischemiche dell’intestino.

Tipologie di nutrizione parenterale

Come abbiamo accennato, la nutrizione per via parenterale può essere parziale o totale, a seconda della condizione medica di chi ne fa uso.

Solitamente la prima viene utilizzata in ospedale o nei centri di cura, specialmente in fase acuta, in presenza di malnutrizione o di carenza di alcuni specifici elementi, mentre quella totale, che prevede una cronicità delle condizioni che non permettono di mangiare liberamente o di assorbire correttamente le sostanze nutritive, viene somministrata quotidianamente a casa.

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Gli accessi per la nutrizione parenterale

Questo tipo di trattamento medico si può classificare anche in base alla tipologia di accessi venosi utilizzati per somministrarla:

  • Catetere venoso centrale: i liquidi vengono infusi attraverso un catetere che arriva direttamente nella vena cava superiore, in corrispondenza della clavicola e in prossimità del cuore, sfruttando la dimensione maggiore di questo vaso per poter veicolare dosi più sostanziose di nutrienti. Questo accesso è usato principalmente per la nutrizione parenterale totale.
    I cateteri possono essere esterni, parzialmente impiantati o tunnellizzati, impiantati completamente (port suttocutaneo), inseriti perifericamente fino alla vena cava superiore, a punta aperta o a punta chiusa.
  • Catetere venoso periferico: l’accesso si situa su una vena periferica, del braccio, del collo o della gamba.

I liquidi infusi sono soluzioni glucosate o saline, contenenti lipidi, amminoacidi essenziali, proteine e vitamine e sono contenuti in sacche sterili.

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Nutrizione parenterale domiciliare

I pazienti il cui apparato digerente non funziona correttamente e che quindi necessitano di introduzione di calorie e sostanze nutritive direttamente nel flusso sanguigno possono essere nutriti direttamente a casa attraverso la nutrizione parenterale, per settimane, mesi e addirittura per tutta la vita.

Le procedure di somministrazione della terapia devono essere eseguite in condizioni sterili e con la massima cura, per evitare rischi di infezione legati all’accesso venoso impiantato nell’organismo. Grazie a una serie di monitoraggi dei livelli di acqua, carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali immessi e assorbiti dal paziente, si ottiene una formula personalizzata per rimpiazzare completamente l’alimentazione via orale.

A seconda dei casi, può essere richiesta l’assistenza di un infermiere specializzato, che possa attuare la terapia secondo i protocolli e che gestisca le pompe infusionali, la sostituzione delle sacche, dei cateteri e dei deflussori, ottimizzando la procedura.

Il team di Emergenza For Life a disposizione

L’incapacità di mangiare e la dipendenza da flebo, sacche e macchinari per nutrirsi possono essere fattori aggravanti della condizione di un paziente che deve ricorrere alla nutrizione parenterale.

Per questo è importante affidarsi alle cure di un’équipe professionale e specializzata, che possa gestire al meglio tutti i passaggi richiesti da questo tipo di terapia, riducendo al minimo i fattori di rischio e sollevando anche i familiari da un’incombenza onerosa.

Gli infermieri di Emergenza For Life sono a disposizione per effettuare il trattamento seguendo le indicazioni del medico curante in modo efficace e sicuro. Per qualsiasi informazione e appuntamenti, basta chiamare il numero 0686976146.

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Ecocolordoppler: che cos’è, a cosa serve e perché farlo a domicilio

L’ecocolordoppler è un esame di diagnostica per immagini che viene utilizzato principalmente per determinare la grandezza, la funzionalità, la salute del cuore, delle valvole cardiache e dei principali vasi sanguigni dell’organismo.

L’esame, del tutto indolore e non invasivo, valuta la capacità di pompaggio del sangue del muscolo miocardico, individuando eventuali anomalie del flusso sanguigno venoso e arterioso che passa nelle quattro cavità di cui è composto, atri e ventricoli, o all’interno delle vene e delle arterie.

Cos’è l’ecocolordoppler

Immagini ecocolordoppler

L’ecocolordoppler è una forma di ecografia vascolare che fornisce informazioni su pervietà e anatomia dei vasi sanguigni, combinando all’ecografia standard il cosiddetto effetto Doppler (o eco-Doppler), che genera un grafico in base al ritorno delle onde sonore a ultrasuoni inviate sul flusso sanguigno all’interno dei vasi.

Grazie all’aggiunta di colori alle immagini ecografiche, solitamente rosso e blu, è possibile individuare la velocità e la direzione del flusso, potendo così studiare grandi aree di circolo e facilitando l’individuazione di anomalie che dovranno poi essere interpretate dal cardiologo.

Il flusso che si allontana dalla sonda è colorato in blu, mentre quello che si avvicina è rappresentato dal rosso, secondo una scala di gradazione cromatica che mette in evidenza le velocità maggiori.

Un terzo colore, arbitrariamente scelto anche se per lo più si tratta del giallo o del verde, denota le aree dove si manifestano turbolenze o variazioni del flusso.

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A cosa serve l’ecocolordoppler

Il monitoraggio della velocità e della direzione del flusso all’interno del cuore e dei vasi sanguigni è di primaria importanza per la diagnosi precoce di malattie anche nel momento in cui il paziente non manifesti sintomi imputabili a un’anomalia del sistema cardiocircolatorio.

Restringimenti, ostruzioni, scarsa capacità di contrazione possono infatti essere individuati con anticipo prima che determinino situazioni critiche, sottoponendo il paziente alle giuste terapie farmacologiche o ospedaliere.

Tipologie di ecocolordoppler

A seconda della struttura che si vuole monitorare, l’ecocolordoppler venoso o arterioso può essere eseguito su:

  • Arti superiori: per lo studio delle caratteristiche morfologiche quali diametro, parete vascolare e rapporti con le altre strutture delle arterie del braccio e dell’avambraccio (ulnare, omerale o brachiale, ascellare, succlavia); per individuare placche, stenosi, occlusioni, aneurismi, infiammazioni, trombi, insufficienza arteriosa, pervietà dei vasi.
  • Arti inferiori: per lo studio delle caratteristiche morfologiche quali diametro, parete vascolare e rapporti con le altre strutture dell’arteria femorale e dei rami surali; per individuare placche, stenosi, occlusioni, aneurismi, trombi, insufficienza arteriosa, pervietà dei vasi.
  • Carotidi: per lo studio morfologico dei tronchi sovraortici e dei vasi epiaortici; per individuare eventuali placche, stenosi, occlusioni, aneurismi e trombi.
  • Cuore: per lo studio morfologico del muscolo miocardico in tutte le sue componenti, misurando le camere, la funzionalità delle valvole e i movimenti delle pareti cardiache.
  • Tiroide: per lo studio della vascolarizzazione della ghiandola e l’individuazione dei noduli.
  • Testicoli: per lo studio dei vasi sanguigni, soprattutto dell’eventuale dilatazione o varicocele che può portare a sterilità.

Come si effettua l’ecocolordoppler?

L’esame non richiede nessuna preparazione particolare, svolgendosi come una normale ecografia della durata di 20-30 minuti.

Il paziente viene fatto sdraiare in posizione confortevole e supina mentre il medico radiologo passa sulla regione interessata una sonda o transduttore impregnata di gel trasparente. Le immagini ricevute sono immediatamente trasmesse sul monitor e colorate dall’apparecchiatura che registra anche il suono prodotto dal flusso sanguigno e dalle valvole.

Per chi è indicato questo esame?

Persone con predisposizione familiare o con fattori di rischio alle malattie cardiovascolari dovrebbero sottoporsi all’ecocolordoppler intorno ai 50 anni. Sarò poi il medico, a seconda dei risultati ottenuti, a indicare la frequenza di ripetizione dell’esame.

L’ecocolordoppler è indicato anche per le persone lungamente allettate, che hanno già avuto problemi come trombi, embolie, occlusioni o che sono reduci da una lunga degenza postoperatoria.

Ecocolordoppler a domicilio

Emergenza For Life a Roma e in tutto il Lazio, grazie al suo staff altamente qualificato e alla strumentazione all’avanguardia per la diagnostica a domicilio, ti permette di effettuare l’ecocolordoppler direttamente a casa tua, senza doverti spostare. Per prenotare l’esame, contatta il numero: 06 86976146.

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L’importanza della prevenzione per mantenersi in salute

Prevenire è meglio che curare: un vecchio adagio con cui tutti, prima o poi, si trovano a fare i conti, specie nell’ambito della salute, dove proprio la prevenzione gioca un ruolo fondamentale.

Molte malattie, patologie o sindromi, possono infatti essere diagnosticate in modo precoce e con un’aspettativa di guarigione migliore se ci si sottopone a controlli periodici poco invasivi ma molto efficaci.

Una questione di mentalità

Negli ultimi vent’anni la medicina è profondamente cambiata: se prima ci si rivolgeva al dottore solo in casi di estrema necessità, oggi con l’educazione e la crescita della cura di se stessi, la prevenzione è diventata una routine cui è doveroso sottoporsi per evitare o anticipare l’insorgenza di diversi tipi di problemi, sia per la salute individuale che per quella collettiva.

Anche la cultura del benessere ha incentivato le persone a interessarsi maggiormente al proprio stile di vita, soprattutto per evitare i rischi derivanti da cattive condotte legate all’alimentazione, alle abitudini, alle attività fisiche e psichiche.

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I check up periodici

Non di rado è lo stesso medico di famiglia che richiede ai propri pazienti di sottoporti a check-up periodici, in modo da essere sempre al meglio della propria salute e ridurre il numero dei bisognosi di trattamenti medici d’emergenza o di operazioni ospedaliere.

I check up regolari possono aiutare a identificare piccole alterazioni all’interno dell’organismo prima che diventino un vero e proprio problema. Una diagnosi precoce è infatti determinante per ricevere la terapia adeguata e per aumentare le possibilità che essa funzioni in tempi brevi, evitando le complicazioni.

Ecco perché non bisogna mai sottovalutare gli screening e i monitoraggi suggeriti dal Sistema Sanitario Nazionale, nell’ottica di procedere verso una vita più lunga e più salutare.

I benefici dei check-up regolari

Sottoponendosi regolarmente ad alcune visite di controllo e prevenzione si può:

  • Ridurre il rischio di ammalarsi
  • Rilevare condizioni potenzialmente pericolose per la salute
  • Rilevare l’insorgenza di patologie
  • Aumentare le possibilità di terapia
  • Limitare il rischio di complicazioni attraverso il monitoraggio costante delle condizioni di criticità
  • Migliorare la vita e allungarne la durata
  • Ridurre il costo dei servizi sanitari
  • Ricevere assistenza e cure sempre più all’avanguardia

Quali sono i fattori da tenere sotto controllo?

La prevenzione passa per una serie di considerazioni che di volta in volta dovranno essere valutate dal medico di fiducia, sia per anticipare, come abbiamo detto, l’insorgenza di patologie, ma anche per non eccedere nella ricerca di sintomatologie inesistenti.

Tuttavia, ci sono alcuni fattori ricorrenti che devono essere tenuti a mente (la lista non è esaustiva): la storia familiare, l’eredità genetica, l’età, le abitudini alimentari, il consumo di alcol e fumo, il peso corporeo, lo stile di vita, etc.

Fondamentale è ricordare che la prevenzione non è uguale per tutti, specialmente in base al genere: ad esempio le donne dovranno sottoporsi agli screening del seno e della cervice laddove per gli uomini è indicato il controllo della prostata. È stato anche appurato che le prime siano più soggette a malattie cardiovascolari rispetto ai secondi, che invece rischiano maggiormente di sviluppare patologie a carico dei reni e dell’intestino.

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I check up dedicati di Emergenza For Life

Proprio per questo For Life dedica a tutte e a tutti pacchetti mirati alla prevenzione, in funzione dell’età e del sesso, da poter effettuare comodamente a casa: con un semplice prelievo domiciliare, sarà infatti possibile monitorare tutta una serie di parametri studiati appositamente in base alla fisiologia di uomini e donne sopra e sotto i 40 anni.

Per saperne di più, visita il sito e prenota una check up domiciliare quando vuoi e dove vuoi.

Ambulanza nel weekend? Nessun problema se sai a chi affidarti

Una partita di calcetto finita male, una caduta sulle scale di casa rocambolesca, un’emergenza inaspettata che richiede una corsa in ospedale: l’ambulanza nel weekend è un servizio fondamentale che non va mai in vacanza né può essere sospeso.

Assistenza medica sabato e domenica

Ottenere un’ambulanza nel weekend chiamando il 118 (o meglio il 112) può richiedere molto tempo rispetto agli altri giorni della settimana: il sabato e la domenica, infatti, le richieste di soccorso domiciliare si fanno più fitte da una parte perché manca il supporto garantito dai medici di famiglia e di base durante i giorni feriali, e dall’altra perché i maggiori eventi sportivi, di aggregazione (manifestazioni come sagre, fiere, raduni, concerti e via dicendo), di intrattenimento e di svago si concentrano proprio in questi due giorni.

Anche se spesso si tratta di chiamate da codice bianco o verde, il risultato è quello di un intasamento delle linee che comporta un sovraccarico di richieste per il SSN.

È un dato di fatto che, nonostante la copertura medica assicurata anche nei fine settimana nei pronto soccorso, le attese per essere visitati o per ricevere assistenza domiciliare si allunghino inevitabilmente durante il weekend.

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Gli eventi e gli infortuni sportivi

Un altro fattore che può richiedere l’intervento di un’ambulanza nel weekend è quello legato alle attività ludiche e sportive.

Il sabato e la domenica sono spesso consacrati al tempo libero, allo sport e agli incontri sportivi, come gare, partite, manifestazioni e così via.

Non di rado, soprattutto quando l’agonismo o, al contrario, l’inesperienza spingono a prodursi in gesti estremi, aumenta la possibilità di farsi male e di procurarsi infortuni soprattutto a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.

In inverno, poi, la statistica relativa agli infortuni sportivi durante il weekend sale notevolmente rispetto agli altri periodi dell’anno perché è proprio nel fine settimana che si concentra l’affluenza massima sulle piste da sci, dove è purtroppo molto frequente farsi male.

Ricordiamo che i maggiori eventi sportivi, dove è prevista una presenza di pubblico sostanziosa, un mezzo di primo soccorso deve sempre essere presente per legge, ma negli altri casi in cui questo non è contemplato, si può chiamare un’ambulanza privata quando se ne si presenti la necessità.

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Assistenza domiciliare nel fine settimana

Ci sono poi le persone allettate, impossibilitate nei movimenti o inferme per le ragioni più svariate: per tutti questi pazienti non esistono giorni festivi e giorni ordinari, pertanto l’assistenza domiciliare deve essere sempre garantita.

Per questo può presentarsi l’esigenza di chiamare un’ambulanza nel weekend, o di ricevere prestazioni da parte di personale qualificato, in grado di gestire l’emergenza. Il consiglio è sempre quello di affidarsi a un servizio qualificato, veloce e professionale che possa essere di supporto in ogni fase dell’intervento richiesto.

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For Life Emergenza, l’ambulanza nel weekend pronta per qualsiasi evenienza

Se hai bisogno di un’ambulanza nel weekend per te o un tuo familiare, sia in caso di infortunio che in caso di trasferimento verso o da un centro di cura, For Life Emergenza ha la soluzione giusta per te, fornendo un servizio dedicato 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

E per gli organizzatori di eventi di qualsiasi genere durante il weekend, For Life Emergenza è a disposizione per fornire la competenza e le attrezzature obbligatorie a norma di legge: dall’assistenza durante gare e competizioni sportive, all’assistenza medica per eventi di massa, concerti ed iniziative di ogni tipo.

II personale medico, infermieristico e di primo soccorso è altamente specializzato e pronto a intervenire in ogni momento.

Per saperne di più, contatta il numero 06 86 976 146

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Elettrocardiogramma a domicilio: quando e come farlo

La prevenzione cardiovascolare è un fattore estremamente importante per la salute e il benessere di tutti, ma a volte è necessario eseguire un elettrocardiogramma a domicilio soprattutto nei casi in cui il paziente o la persona inferma siano impossibilitati a raggiungere uno studio medico per il monitoraggio cardiaco.

L’ecg può essere richiesto da uno specialista – cardiologo, chirurgo vascolare etc.- oppure da qualsiasi medico sospetti l’insorgenza di patologie a carico del miocardio, incluso il medico di famiglia o la guardia medica.

In che cosa consiste un elettrocardiogramma a domicilio?

Un elettrocardiogramma a domicilio è un test molto semplice che può essere usato per controllare l’attività e il battito cardiaco, fornendo importantissime informazioni sulla salute del miocardio.

Esattamente come quando si viene visitati da un cardiologo in una struttura medica, l’elettrocardiogramma a domicilio viene svolto da un dottore o da un infermiere che si reca nell’abitazione del richiedente con una specifica strumentazione portatile in grado di restituire un tracciato del ritmo cardiaco.

In generale, l’equipaggiamento consiste in una serie di 10-12 elettrodi, a ventosa o con uno strato di colla dermica, da applicare in punti specifici sulla pelle del torace e sugli arti, in modo da captare i segnali elettrici prodotti dal cuore ogni volta che batte, per un totale di 12 derivazioni, che forniscono altrettanti “profili” dell’attività cardiaca.

Questi segnali vengono registrati da un’apparecchiatura che li trasforma nel classico tracciato a onde e intervalli, segnalando a chi lo legge eventuali anomalie nel ritmo o nella frequenza cardiaca, ma anche le variazioni di conduzione dell’impulso, sofferenze a carico dei ventricoli, aritmie e così via.

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Quando richiedere un elettrocardiogramma a domicilio?

L’ECG è sovente usato in associazione ad altri tipi di esami per diagnosticare e controllare le patologie a carico del cuore.

Può essere utilizzato per analizzare i sintomi correlati a sofferenza cardiaca, come palpitazioni, fiato corto, dolore al petto, tachicardia o vertigini, ma anche a tenere sotto controllo l’utilizzo di farmaci che possono affaticare o interferire con il normale funzionamento del sistema cardiovascolare.

In particolare un elettrocardiogramma può individuare:

  • Aritmie: quando il cuore batte troppo velocemente, troppo lentamente o in maniera irregolare, presentando ad esempio fibrillazioni atriali
  • Malattie coronariche: quando l’apporto di sangue al miocardio è insufficiente o bloccato da trombi o restringimenti dei vasi arteriosi e venosi
  • Malattie delle valvole cardiache: quando una o più valvole non funzionano correttamente
  • Infarti o ischemie: quando l’afflusso di sangue al cuore viene interrotto in modo improvviso
  • Cardiomiopatie: quando le pareti del cuore si ispessiscono o si assottigliano in modo patologico
  • Squilibri elettrolitici: quando la concentrazione di ioni di alcune sostanze, specie sodio e potassio, disciolte nel sangue è alterata
  • Funzionamento di dispositivi chirurgici: quando occorre monitorare impianti cardiaci come il pacemaker
  • Monitoraggio terapeutico: quando bisogna sincerarsi che i farmaci somministrati non sovraccarichino il cuore, per esempio nel caso di uso di digossina, farmaco ampiamente usato in campo cardiologico

Per effettuare l’esame non occorre nessuna preparazione particolare: l’elettrocardiogramma a domicilio si esegue solitamente in condizione di riposo, non è richiesto il digiuno né altri accorgimenti particolari prima di sottoporsi all’ECG, essendo un test del tutto non invasivo né doloroso o pericoloso che dura poco più di un minuto. I risultati sono infatti immediati.

Soprattutto nei casi di persone allettate, può essere richiesto un elettrocardiogramma a domicilio quando siano state precedentemente diagnosticate aritmie, ipertensione venosa, ischemie, o in caso di malattie arteriosclerotiche, ipertiroidismo, diabete.

For Life Emergenza: elettrocardiogramma a domicilio a Roma e nel Lazio

Per tutti coloro avessero bisogno di un elettrocardiogramma a domicilio, Emergenza For Life mette in campo un’equipe di professionisti per offrire un servizio di diagnostica domiciliare personalizzato a seconda delle esigenze.

Per saperne di più, chiama il numero 0686976146.

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Radiografia a domicilio: in cosa consiste?

Quanto costa una radiografia a domicilio? Come si fa? Chi la prescrive? Quanto tempo serve? Quando si è allettati, anziani o con difficoltà estreme di movimento a causa di malattie e infortuni, poter effettuare un esame radiologico a casa propria senza doversi spostare verso un laboratorio specializzato può essere di grande conforto e sollievo per chi si debba sottoporre ai raggi.

Dall’ospedale a casa

La radiografia a domicilio discende dallo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate e compatte che ha permesso, nel corso degli anni, di sviluppare apparecchi mobili facilmente trasportabili e “portatili”.

Le prime strumentazioni di questo tipo venivano utilizzate principalmente negli ospedali, quando la movimentazione di un paziente in gravi condizioni dalla stanza di degenza a quella radiologica avrebbe potuto costituire una minaccia per la sua salute.

Le cosiddette unità mobili di radiografia sono costituite da una sorta di macchina centrale dotata di ruote e consolle di comando, cui è collegato il braccio che sorregge il tubo radiogeno che emette raggi X a bassa intensità

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Quando si può fare una radiografia a domicilio?

Radiografia a domicilio_2

La radiologia domiciliare è indicata soprattutto in casi non emergenziali, ma che richiedono un’attenzione particolare per il paziente, solitamente allettato o immobilizzato, con patologie del sistema nervoso centrale o che necessiti di un costante monitoraggio dei parametri vitali.

Ad esempio, può succedere infatti che una persona anziana, già debilitata o in cura a casa, si procuri una frattura cadendo o sbattendo contro un ostacolo: il trasporto in ospedale o in una sede radiologica potrebbe costare molta più fatica o preoccupazione che non eseguire l’esame sul proprio letto di casa.

Oppure può essere necessario verificare la corretta risaldatura di una pregressa lesione, con una tempistica di refertazione accettabile, e quindi senza urgenza: anche in questo caso la radiografia a domicilio semplifica le pratiche in pochi minuti.

A cosa serve e chi la può fare?

Ci sono anche altri casi in cui si può richiedere una radiografia a domicilio, per sincerarsi di alcune condizioni: verifica della presenza di calcoli renali, di volvoli o perforazioni intestinali, di neoformazioni di diverso genere, sospetto di fragilità ossea, osteoporosi e di accidentale ingerimento di corpi estranei, presenza di processi degenerativi o infiammatori, tendiniti e problemi a livello dei legamenti, oltre alla constatazione di fratture, lussazioni e decorso delle stesse.

Solitamente è possibile eseguire esami radiologici domiciliari al torace, all’addome, al bacino e ai distretti scheletrici periferici. Le proiezioni effettuate sono in genere due, ma a seconda dei casi possono essere anche di più. L’esame non richiede più di 10 minuti in totale.

Sebbene la pericolosità dei raggi x sia ormai ben nota, la quantità di radiazione emessa dalle strumentazioni di oggi è molto più bassa e controllata rispetto anche solo a una ventina di anni fa, rendendo gli esami radiologici meno pericolosi e accessibili a tutti. Se effettuata a domicilio, i macchinari non lasceranno alcuna radiazione residua all’interno della casa.

Solo le donne incinta o con sospetta gravidanza non dovrebbero sottoporsi ai raggi-x, per tutelare la salute del feto.

Esami radiologici a domicilio con Emergenza ForLife

La diagnostica a domicilio è una delle punte di diamante di Emergenza ForLife che rivolge ai suoi pazienti un’attenzione estrema e mirata per fare in modo di rendere la malattia il più “leggera” possibile, semplificando tempi e modalità degli esami.

Per richiedere una radiografia a domicilio, è sufficiente chiamare il numero 06 86976146 e prenotare il servizio. Interverrà un team di professionisti con apparecchi radiologici di ultima generazione digitale, in grado di refertare le immagini ad alta qualità ottenute in sole 24 ore.

Ambulanza tipo A: a cosa serve e quando deve essere chiamata

La classificazione delle vetture adibite al trasporto di infermi, infortunati e feriti in “ambulanza tipo a” e di “ambulanza di tipo b” si trova nel DM 553 del 17/12/87, anche la normativa europea EN 1789:2020 ha cambiato alcuni standard di riferimento.

Tipologia ambulanze per la direttiva Europea

Nell’ottica di omologare i servizi a livello sovranazionale, l’Unione Europea ha stilato una normativa in cui vengono definiti gli standard di riferimento che dovrebbero essere adottati da tutti i paesi in tema di ambulanze, in modo che siano sempre riconoscibili.

La norma prevede dei parametri sia a livello della carrozzeria degli automezzi che della loro attrezzatura. Le tipologie previste sono in ordine progressivo di emergenza:

  • ambulanza tipo A: adibita al trasporto sanitario non emergenziale. Esistono anche due sottocategorie: A1, mezzi senza sirene né luci, A2, con dotazione di segnalazione visiva e acustica. Solitamente è più piccola e meno attrezzata dei mezzi di pronto soccorso.
  • ambulanza tipo B: è l’automezzo più comune e riconoscibile, trattandosi di un’ambulanza per il pronto soccorso. Dotata di un equipaggiamento avanzato, è in grado di prestare aiuto anche sul campo. A bordo è presente un medico di urgenza.
  • ambulanza tipo C: è un automezzo impiegato per situazioni di massima emergenza su cui trova posto non solo l’equipaggiamento avanzato, ma anche di tipo ospedaliero, come l’intubazione e la ventilazione assistita durante il trasporto. Può funzionare come centro mobile di rianimazione e viaggia sempre con uno o più medici a bordo.

Tipologie di ambulanze in Italia

Facendo riferimento, invece, alla legislazione italiana, si possono distinguere tre tipologie di ambulanze a seconda della strumentazione a bordo, dell’equipe presente sul mezzo e della finalità cui sono chiamate a rispondere:

  • ambulanza tipo A: con medico d’urgenza a bordo, è la vettura chiamata in caso di emergenza per un rapido trasferimento del paziente in una struttura ospedaliera o un immediato intervento sul campo. Le sottocategorie A1/2 in questo caso si riferiscono ai mezzi che operano nei centri storici o con particolari specifiche dimensionali. Nell’A2, ad esempio, possono essere caricati più pazienti;
  • ambulanza tipo B: destinata al trasporto pazienti, può essere anche un’automedica o un taxi sanitario, viene chiamata in caso di necessità, quando si debba trasferire un infermo o un allettato che non può muoversi da o verso un centro di cura;
  • ambulanza tipo C: sebbene non compaia esplicitamente nel DM 553/1987, si tratta della cosiddetta “unità mobile di terapia intensiva”. Sovente è l’ambulanza di tipo A a prendere in carico pazienti gravi, che necessitano di trattamento avanzato.

Altre sigle indicano più esplicitamente quali strumenti e professionisti trovano posto a bordo:

  • MSB, mezzi di soccorso di base: trasportano presidi semplici e personale soccorritore;
  • MSI, mezzi di soccorso intermedio o infermieristico: trasportano presidi semplici e/o avanzati, con la presenza di un infermiere a bordo;
  • MSA, mezzi di soccorso avanzato: trasportano equipaggiamento avanzato, con la presenza di un infermiere e di un medico specializzato in anestesia e rianimazione.
  • VLV: veicolo leggero veloce, come l’automedica

Leggi anche: Automedica e ambulanza: caratteristiche e differenze

Qual è la strumentazione di un’ambulanza tipo A?

La cosiddetta ambulanza di soccorso, in cui l’abitacolo è separato dal vano destinato alla prestazione di cure al paziente, ha in dotazione una serie di presidi e di strumenti medicali che cambiano a seconda dell’entità della situazione in cui ci si trova.

L’ambulanza tipo A infatti può essere utilizzata o per prelevare il paziente e portarlo il più velocemente possibile in luogo sicuro, oppure per stabilizzarlo sul luogo e poi trasportarlo in ospedale.

Non mancano mai, tuttavia, kit di rianimazione, materiale di primo soccorso e per le medicazioni, strumenti diagnostici di base, apparecchi per l’ossigenoterapia (maschere facciali, pallone autoespandibile), attrezzatura per la movimentazione dei pazienti e per l’immobilizzazione in sicurezza (tavola spinale, trauma estricatore, materassino atraumatico), dispositivi per il monitoraggio dei parametri vitali e per l’infusione venosa, defibrillatore, deflussori, cannule nasofaringee.

Anche gli apparati dell’ambulanza di tipo A devono essere ben distinguibili: scritta ambulanza sul cofano, simboli del soccorso – come la stella della vita, colori definiti a norma di legge, preferibilmente a scacchiera.

Leggi anche: Come è fatta una ambulanza: tipologie, attrezzatura e legislazione

Quando viene chiamata l’ambulanza tipo A?

Questo tipo di mezzo entra in attività in casi di estrema urgenza, ossia quando il paziente è a rischio di vita o necessita un intervento immediato di tipo farmaceutico o medico.

Ecco perché a bordo è sempre presente un medico del Dipartimento Emergenza e Urgenza, coadiuvato da almeno due soccorritori con esperienza avanzata.

Le ambulanze di tipo A sono quelle che intervengono quando si chiama il 118, e quindi in carico all’SSN, ma il servizio può essere svolto anche da compagnie private.

La flotta di ambulanze di For Life

For Life è pronta a intervenire in qualsiasi situazione di emergenza e per il trasporto degli infermi con una flotta di ambulanze di ultima generazione.

Personale altamente qualificato e preparato accompagna il paziente o l’infermo in ambulanza tipo A sia sulle brevi che sulle lunghe percorrenze, garantendo un’assistenza puntuale e su misura.

Per maggiori informazioni basta contattare il numero 06 86976146.

Emogasanalisi, a cosa serve e a chi rivolgersi per farla a domicilio

L’emogasanalisi, abbreviato sovente con EGA, è un esame ematico che misura i livelli di ossigeno e anidride carbonica disciolti nel sangue, oltre a rilevarne l’acidità in base al pH. Il campione viene eseguito su un prelievo arterioso – e non venoso – dal polso o dal braccio, dietro prescrizione medica, soprattutto in situazioni di criticità della salute di un paziente.

A cosa serve l’emogasanalisi arteriosa?

Il nostro organismo in condizioni normali regola autonomamente la quantità di ossigeno e di anidride carbonica presente nel sangue, onde evitare che si verifichino casi di ipossia, ossia carenza di ossigeno, che potrebbero danneggiare severamente i tessuti, specialmente di cuore e cervello, o di ipo/ipercapnia.

L’emogasanalisi dunque serve per valutare l’esistenza di patologie a carico del sistema respiratorio, del sistema circolatorio e dei processi metabolici, responsabili della trasformazione del cibo in energia.

Con il test è possibile avere una panoramica dettagliata di alcuni valori fondamentali:

  • ossigeno: misura la quantità di ossigeno nel sangue
  • emoglobina: misura la quantità della proteina che trasporta l’ossigeno nelle cellule
  • saturazione: misura quanta emoglobina svolge correttamente il trasporto di ossigeno
  • pressione parziale dell’ossigeno: serve a monitorare quanto l’ossigeno si muova bene dai polmoni al flusso sanguigno
  • pressione parziale dell’anidride carbonica: misura la quantità di CO2 presente nel flusso sanguigno e con quanta efficacia venga smaltita
  • pH: misura l’equilibrio delle basi e degli acidi nel sangue, ossia i livelli di pH. I valori normali del pH sanguigno si assestano intorno a 7.35 e 7.45: in caso siano più bassi, il sangue è considerato acido, se invece sono più alti il sangue è considerato alcalino
  • idrogenocarbonato: misura la concentrazione di ioni bicarbonato, regolato dai reni, componente metabolica del pH ematico

A cosa serve l’emogasanalisi venosa?

Esiste anche l’emogasanalisi venosa che viene effettuata per motivi pratici, insieme ad altri prelievi venosi, ma con dati di ossigenazione del sangue non utilizzabili rispetto a quella arteriosa.

Tuttavia può essere utile se si debba solo monitorare il grado di acidità ematico, anche se si riscontreranno livelli di anidride carbonica più alti.

Interpretazione dei risultati

Per l’interpretazione dei dati, il primo parametro cui fare attenzione è il pH, e se ci si trovi in presenza di alcalosi o di acidosi.

Il secondo step è la valutazione della pressione parziale di anidride carbonica: se supera i 45 mmHg si è in presenza di acidosi respiratoria o ritenzione di CO2, viceversa per valori inferiori ai 35 mmHg si è in presenza di alcalosi respiratoria o eccesso di CO2, solitamente con iperventilazione.

Si procede poi alla valutazione del parametro del bicarbonato: se maggiore di 26mEq/l si ha alcalosi metabolica, se minore di 22 mEq/l acidosi metabolica.

Confrontando i dati ottenuti dalla pressione parziale di ossigeno e i livelli di bicarbonato con il pH sanguigno, sarà possibile determinare quale molecola – ossigeno o anidride carbonica- sia carente o eccessivamente concentrata.

Tabella dei parametri normali per l’emogasanalisi

Emogasanalisi – parametri normali

Perché e quando si fa l’emogasanalisi

Questo tipo di esame viene prescritto per valutare la funzionalità polmonare o per verificare che le terapie seguite dal paziente siano corrette, ma anche per individuare eventuali squilibri nel pH che suggeriscono malattie metaboliche, respiratorie e renali.

In caso di sintomatologie connesse alla respirazione, come affaticamento, spossatezza, emicranie, ma anche se si è sottoposti a ossigenoterapia, l’emogasanalisi è un ottimo strumento per sincerarsi della funzionalità polmonare e del corretto scambio dei gas.

Nelle medicina di urgenza, l’emogasanalisi è in grado di individuare velocemente condizioni di sepsi, infiammazione, shock septico, shock emorragico, ketoacidosi da diabete, acidosi renale tubulare, infarto, dispnea, asma.

Preparazione all’esame

Non sono richiesti particolari accorgimenti prima del prelievo arterioso, tuttavia in caso di ossigenoterapia è raccomandato sospendere il trattamento una ventina di minuti prima del test.

In sede di esame, ai pazienti può essere praticato l’Allen test, che consiste in una manovra del tutto indolore volta a verificare che le arterie del braccio siano aperte e funzionanti correttamente.

Emogasanalisi Roma a casa

Tra i servizi a domicilio di Emergenza Forlife, l’emogasanalisi è uno di quelli più richiesto, specie in presenza di patologie cardio respiratorie che richiedano un monitoraggio costante dei parametri forniti da questo tipo di esame.

Si può richiedere il test semplicemente contattando il numero 06 86976146: un infermiere specializzato sarà pronto a raggiungervi a Roma e provincia, con referto immediato.

Leggi anche: Ossigenoterapia domiciliare: che cos’è e a cosa serve

For Life Emergenza