Minerali nel sangue: quali sono, a cosa servono e quali parametri devono rispettare

Sodio, potassio, calcio, ferro e magnesio sono i principali minerali che possono essere analizzati attraverso un prelievo del sangue.

Ma ce ne sono anche altri che possono fornire preziose indicazioni sulle funzionalità metaboliche del nostro organismo, rilevando carenze o eccessi nella dieta, l’insorgenza di patologie a carico degli organi interni o squilibri nei processi trasformativi. Ecco allora quali sono i principali elettroliti e a cosa serve misurarne i livelli.

Sodio

La sodiemia o natriemia corretta è contenuta tra 135 e 145 mmol/L.

Tra i minerali disciolti nel sangue, il sodio assolve alla funzione di distribuire l’acqua ai tessuti, mantenere la pressione osmotica tra le cellule, intervenendo anche nell’efficienza di muscoli e nervi.

In caso di iponatriemia, o sodio basso, si può incorrere in ipotensione, affaticamento, mal di testa, convulsioni e, nei casi più gravi, coma e morte, ma nella società occidentale, in cui l’assunzione di sale attraverso i cibi è persino eccessiva, è più facile soffrire di ipernatriemia, ossia concentrazioni di sodio troppo alte. Queste possono portare a malattie del fegato, insufficienza cardiaca, trombosi, etc.

Calcio

I valori normali di calcemia, ossia il livello di calcio nel sangue, è compreso tra 9 e gli 11 g/ml. Il minerale assolve a diverse funzioni fisiologiche, partecipando alla contrazione dei muscoli, alla coagulazione del sangue e al nutrimento delle ossa.

Il suo livello è regolato dagli ormoni prodotti dalle paratiroidi, che si attivano quando è necessario aumentare la quantità di calcio nell’organismo, specie durante la digestione o in concomitanza della demolizione del tessuto osseo.

La mancanza o l’eccessiva presenza di calcio nel sangue può indurre a svariati problemi di salute, come debolezza, crampi o spasmi muscolari, insufficienza renale, o all’insorgenza di patologie a carico del cuore, ipertensione, encefalopatia ischemica neonatale.

Ferro

Tra i minerali da tenere sotto stretta osservazione per la valutazione dello stato di salute di una persona, il ferro ha un ruolo di spicco.

I valori normali nel sangue variano a seconda del genere, dell’età e delle condizioni generali dell’individuo: per gli uomini devono essere compresi tra 80 e 170 mg/dl, per le donne tra i 60 e i 140 mg/dl, per gli anziani tra i 40 e gli 80 mg/dl. Gli sportivi e le donne in gravidanza possono presentare variazioni sensibili rispetto alla norma.

Ogni giorno il nostro organismo ha bisogno di piccole quantità di ferro per il trasporto dell’ossigeno nel sangue, essendo un costituente principale dell’emoglobina, per la composizione di enzimi metabolici, per la sintesi dell’ATP, per la formazione degli ormoni e così via.

Una carenza di ferro, che non può essere escreto dal nostro organismo, può portare a casi anche gravi di anemia sideropenica, mentre l’eccesso porta disfunzioni dell’apparato gastrointestinale, cardiovascolare e del sistema nervoso centrale.

Potassio

La concentrazione ottimale di questo minerale oscilla tra i 3 e i 5 mEq/l.

Fondamentalmente il potassio è necessario per i tessuti nervosi e muscolari, per mantenere attiva ed efficienta l’eccitabilità.

L’insufficienza di potassio lieve o moderata è presente spesso in chi non mangia frutta e verdura, i principali veicoli di questi minerali per il nostro organismo. Se non integrato, la sua mancanza porta a ipertensione, aritmie cardiache, debolezza muscolare.

L’iperkaliemia invece si riscontra in caso di insufficienza renale o dell’apparato urinario, iperglicemia e diabete mellito, anemia falciforme, traumi e trombosi.

Magnesio

Per quanto riguarda il magnesio, le sue concentrazioni fisiologiche nel sangue sono comprese tra 0,75 e 0,95 mmol/l.

Il magnesio è uno dei minerali che maggiormente intervengono nei processi enzimatici, rendendo questo elemento un nutriente di fondamentale importanza per molte funzioni corporee. È anche un regolatore della funzione cardiaca, pertanto una sua penuria può portare a complicazioni del sistema cardiovascolare.

Più diffusamente, la mancanza di magnesio si traduce in un’ampia varietà di problemi tra cui ipertensione, diabete, sindrome premestruale, aumentato rischio di infarto del miocardio.

Di contro, l’assunzione di dosi eccessive di magnesio causa diarrea, nausea, adabbassamenti della pressione, complicazioni intestinali, debolezza muscolare e difficoltà respiratorie.

Fai un check up dei minerali nel sangue

La valutazione degli elettroliti e il controllo dei valori dei minerali nel sangue permette di monitorare attentamente lo stato di salute.

Per questo con un semplice prelievo è possibile avere una panoramica accurata degli equilibri del nostro organismo.

Con Emergenza For Life puoi richiedere le analisi del sangue direttamente a casa tua, in ogni momento, con referto telematico.

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Emergenza respiratoria: come valutarla per intervenire tempestivamente

Mancanza di respiro, affanno, alterazioni del ritmo, accelerazione della frequenza o discontinuità: l’emergenza respiratoria assume varie forme e dipende da innumerevoli fattori, più o meno gravi.

L’obiettivo della valutazione respiratoria è quello di individuare la causa alla base dell’alterazione e intervenire nel modo più opportuno per prevenire l’aggravarsi della condizione del paziente.

Cosa fare in caso di emergenza respiratoria

Quando la funzione respiratoria è compromessa l’essenziale è rivolgersi a un medico e chiamare un’ambulanza comunicando con la massima chiarezza la sintomatologia rilevata.

Chi si trova di fronte a una persona che accusa respiro corto, fame d’aria o insufficienza respiratoria deve per prima cosa assicurarsi che le vie respiratorie siano pervie: liberare la gola o l’esofago da eventuali ostruzioni (bocconi di cibo, dentiere, gomme da masticare, vomito, lingua inghiottita, etc).

In caso di incoscienza, dopo aver sistemato la persona in posizione di sicurezza se non ci sono traumi alla colonna visibili o conclamati, bisogna controllare il movimento toracico sincerandosi della presenza dei tipici rumori da inspirazione ed espirazione.

Se la persona è cosciente bisogna aiutarla a sedersi in una posizione comoda che agevoli al massimo il respiro, cercando di tranquillizzarla e allontanando ulteriori fattori di stress che potrebbero aggravare l’emergenza respiratoria (ad esempio allontanando bambini, animali, lasciando uno spazio di rispetto intorno).

Qualora l’attacco respiratorio sia dovuto a panico, asma o sindromi conosciute e già diagnosticate, bisognerà procedere secondo le indicazioni del medico curante, dall’utilizzo del sacchetto di carta per calmare lo stato di stress emotivo fino alla somministrazione laddove prescritta di farmaci, inalatori o similari.

Se invece ci si trova in presenza di una persona che non sta respirando o che ha subito un trauma al petto, bisogna procedere al massaggio cardiaco e alla rianimazione cardiopolmonare nell’attesa che arrivino i soccorritori.

Difficoltà a respirare, i sintomi e le cause probabili

Come quando si parla del dolore, la sensazione di respirare male è soggettiva e varia in base a condizioni non solo fisiche, ma anche psichiche.

Tuttavia ci sono dei segni contraddistintivi che ci permettono di valutare la gravità di un’emergenza respiratoria che vanno dall’aspetto della persona, allo stato di coscienza, passando per la misura dei parametri vitali, come frequenza respiratoria, saturazione e regolarità del battito cardiaco.

Di solito una crisi respiratoria è accompagnata da sofferenza manifesta, tachicardia, mancata capnografia, ossia la capacità di ventilare correttamente o dall’aumento della frequenza respiratoria (tachipnea), cambiamento del colorito – da pallido a cianotico -, aumento della sudorazione.

Altre indicazioni di un problema di ossigenazione sono l’eccessiva fatica nell’atto respiratorio, confusione e incapacità di parlare in modo fluido.

La difficoltà nel respirare si può imputare a infezioni, traumi, inalazione di sostanze tossiche, mancanza di corretta ossigenazione del sangue, ma anche stress, allergie, patologie a carico del cuore o dei polmoni.

L’importanza di agire subito

L’emergenza respiratoria è quella più grave e più impellente da risolvere, perché può condurre rapidamente alla morte. È dunque necessario rivolgersi subito ai soccorritori quando ci si trova in presenza di una persona che ha difficoltà a respirare o che non riesce a ventilare correttamente.

Questa condizione può verificarsi anche quando un paziente è in degenza nella propria casa, e il trasferimento nel primo centro di intervento è di vitale importanza.

Per questo ci si può affidare alla competenza e alla velocità di servizi come le ambulanze di For Life Emergenza, a Roma e nel Lazio, pronte a scendere in campo in caso di necessità. Per tutte le informazioni, basta chiamare il numero 06 86 976 146.

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5 curiosità sulle ambulanze che forse non sapevi

Perché si chiama ambulanza? E quando sono state inventate le ambulanze e i servizi che offrono? Quali sono le dimensioni standard?

Il mondo delle ambulanze intese come mezzi di primo soccorso è relativamente recente, ma se anche tu da bambino giocavi con le macchinine e quella preferita era proprio l’ambulanza, ecco alcune curiosità che forse avresti voluto sapere all’epoca.

La collezione più numerosa di ambulanze

Inside the World's Largest Collection of Toy Ambulances ...

Per restare nella sfera dell’infanzia, la collezione di modellini di ambulanza più grande al mondo è quella dei due coniugi austriaci Siegfried Weinert e Susanne Ottendorfer.

I pezzi, gelosamente custoditi in tre stanze del seminterrato di casa, ammontano a 10.648, divisi in tre stanze dedicate alle ambulanze del Nord America, del Sud America e Asia, e dell’Europa.

Le prime ambulanze della storia

Il primo concetto di ambulanza come la intendiamo oggi risale probabilmente alla Spagna del Quattrocento, ma viene considerato l’inventore di questi mezzi Dominique Jean Larrey, un chirurgo francese che alla fine del Settecento ha realizzato una carrozza dotata di un vano sanitario per poter trasportare i feriti della guerra napoleonica verso gli ospedali da campo. Ed è proprio dal francese ambulance, derivato a sua volta dal latino ambulare, camminare, che proviene il nome con cui oggi le chiamiamo.

Le cosiddette ambulanze volanti vennero poi adottate nella guerra civile americana nel 1860, per entrare poi nella regolamentazione ufficiale degli Stati Uniti e di altre nazioni nel mondo come mezzi di soccorso.

In Italia la prima ambulanza derivante da un adattamento di un veicolo per il trasporto di pazienti è del 1866.

Dimensioni, luci e sirene

Non esiste uno standard assoluto per le ambulanze: le loro dimensioni variano in funzione dello chassis da cui derivano, o sostanzialmente dal mezzo che la casa automobilistica produttrice trasforma e allestisce come mezzo speciale.

In Italia, dalla seconda guerra mondiale in poi, sono stati utilizzati furgoncini e furgoni del tipo Ducato Fiat, anche se mezzi di importazione americana o tedesca hanno come base modelli della Ford o della Mercedes. Ma quanto costa un’ambulanza con tutta l’attrezzatura? Tra i 75 e i 100 mila euro.

I dispositivi luminosi di cui dispongono tipicamente le ambulanze sono i girofari, che emettono luce blu, un colore facilmente riconoscibile anche di notte e che non si confonde in presenza di semafori o altre segnaletiche luminose stradali.

La sirena, o segnalatore acustico, dell’ambulanza italiana è una bitonale costituita dall’alternanza di due toni, un la diesis a 466Hz e un re diesis a 622Hz – il classico e intramontabile ni-no-ni-nooo-, ma i mezzi sono dotati di sirene supplementari che possono essere attivate in casi di emergenza.

L’ambulanza più grande al mondo

Il primato per dimensioni delle ambulanze spetta a quella in uso dal Servizio Ambulanze del Dubai Government’s Centre, progettata dal dottor Martin von Bergh, con i suoi 20 metri di lunghezza e un’attrezzatura d’avanguardia che comprende anche il più piccolo apparecchio a raggi x al mondo per radiografie istantanee.

Il mezzo, tra pazienti e personale, è in grado di trasportare in un solo viaggio fino a ben 123 persone! L’aspetto è in effetti quello di un autobus e ne esistono vai modelli, a seconda delle esigenze: unità mobile di terapia intensiva, mezzo di trasporto per numeri elevati di pazienti con lesioni medie e lievi, e una via di mezzo tra le due che può trasportare fino a 80 pazienti.

Chi può salire a bordo dell’ambulanza?

A parte lo staff medico, i soccorritori e gli infermieri, solo il paziente ha il permesso di salire sulla vettura in movimento per il trasporto.

In alcuni casi è ammessa la presenza di un secondo paziente con lesioni lievi e solo se è presente l’apposito sedile.

Se il trasportato è un minore o un incapace di intendere, allora il tutore legale può accompagnarlo sull’ambulanza.

Emergenza For Life, una flotta di ambulanze di ultima generazione

Per la cura del paziente, il suo trasporto e la sua serenità, se hai bisogno di un’ambulanza puoi contare su For Life Emergenza, che dispone di una flotta all’avanguardia di mezzi di ultima generazione con i migliori strumenti e le più aggiornate attrezzature per il trasporto sanitario.

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Lesioni da pressione, come si riconoscono e come medicarle

Le lesioni da pressione, chiamate anche ulcere da pressione, comprendono tutte quelle tipologie di ferite che danneggiano la pelle e i tessuti sottostanti, che insorgono in concomitanza di una pressione costante applicata su una zona specifica del corpo.

La vasocostrizione, unita al ridotto irroramento della parte e alla mancanza della corretta ossigenazione, causano lesioni più o meno profonde dei tessuti, con alto rischio di infezione.

Fanno parte delle lesioni da pressione le piaghe da decubito, le lesioni coperte da desquamazione o escara, le lesioni legate all’utilizzo di dispositivi medici, come ingessature o steccature non idonee, e quelle delle mucose sottoposte alla pressione di corpi estranei sanitari, come protesi dentarie, tubi endotracheali e così via.

Sintomi e gravità delle lesioni da pressione

I primi sintomi delle lesioni da pressione, che dipendono in principal modo dallo stadio di avanzamento della compromissione dei tessuti, includono rossore o decolorazione della pelle, superficie lucida e morbida dell’area intorno all’area sottoposta alla pressione, dolore, tepore intorno ai margini della ferita, gonfiore, presenza di accumuli di liquido, comparsa di vesciche o lacerazioni aperte, cattivo odore emanato dalla lesione.

Gli stadi delle lesioni da pressione, che vanno da uno a quattro, sono in ordine di gravità e di urgenza d’intervento:

  • stadio 1: pelle intatta con presenza di eritema che non scompare nel giro di 24 ore, specialmente in corrispondenza delle ossa più sporgenti, come gomiti, ginocchia, ilei, malleolo. La pelle può presentare discromie più o meno accentuate, così come variazioni di temperatura rispetto alla zona circostante.
  • stadio 2: la pelle può presentare un ispessimento con segni di abrasione o vesciche e vesciche.
  • stadio 3: compaiono lesioni che interessano lo strato sottocutaneo e vesciche ulcerate.
  • stadio 4: in questo stadio compare la necrosi dei tessuti con danni al derma e allo strato sottocutaneo che si estendono anche la fascia muscolare o le ossa.

I principali fattori che concorrono all’insorgere delle lesioni da pressione sono: l’età, soprattutto nei pazienti over 65 anni, la pressione, quando i tessuti molli rimangono compressi a lungo tra una superficie esterna e le strutture di sostegno interne, come ad esempio un lungo allettamento, l’umidità e la presenza di liquidi, siano essi acqua, urina o sudore, l’attrito tra derma e elementi esterni, forze di taglio, quando si espongono i tessuti a torsioni che li espongono maggiormente alla forza di gravità.

Peggiorano il quadro di sviluppo di lesioni da pressione la ridotta mobilità, l’incontinenza, sedentarietà, malattie psichiche, malnutrizione, capacità alterata di guarigione dovuta ad altre patologie, come l’insufficienza venosa o l’emofilia.

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Come si curano le lesioni da pressione

Fortunatamente i primi stadi delle lesioni da pressione sono facilmente recuperabili: per prima cosa occorre decomprimere la parte soggetta al carico o allo sfregamento e disinfettarla accuratamente, per escludere le complicanze derivanti da eventuali infezioni.

Assicurare il cambiamento di posizione, cambiare spesso la biancheria, usare materassi fatti appositamente per ridurre la pressione sono tutti accorgimenti da poter mettere in pratica fin da quando si abbia il sospetto dell’insorgere della lesione o per prevenirla.

Al peggiorare delle lesioni da pressione, si può ricorrere a medicazioni specifiche che proteggono le ulcere da decubito e ne accelerano il processo di guarigione: bende, garze o tamponi a base di alginato, sodio e calcio da applicare direttamente sulla parte interessata dalla ferita, medicazioni idrocolloidali, schiume, pellicole, fibre imbevute di gel e antimicotici affiancano le creme e gli unguenti topici antisettici o animicrobici.

Quando la piaga è infetta o la lesione da pressione è in stadio avanzato bisogna necessariamente ricorrere agli antibiotici via orale o endovenosa, soprattutto quando l’infezione raggiunge gli strati profondi toccando muscoli e ossa. In questi casi è anche indicata la rimozione dei tessuti in necrosi e si parla di sbrigliamento. Nei casi più gravi, infine, si ricorre all’intervento chirurgico.

For Life Emergenza, medicazioni avanzate

L’allettamento e l’immobilizzazione sono la principale causa delle lesioni da pressione. Intervenire nei tempi giusti, prima dell’insorgere di complicanze di ogni ordine e grado è importante per salvaguardare la salute del malato.

Gli infermieri di Emergenza For Life sono preparati per ogni genere di medicazione avanzata, come la cura delle piaghe da decubito a domicilio: risparmia tempo, fatica e denaro, affidati a un team di professionisti a disposizione 24 ore su 24 per la gestione e la risoluzione di tutte le complicazioni che possono scaturire dall’allettamento a casa.

Per maggiori informazioni, chiama il numero: 06 86 976 146

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Prevenzione donna, l’importanza dei check up di genere

Per prevenzione donna si intende tutta quella serie di esami e di analisi dedicate al genere femminile che monitorano alcuni valori tipici dell’organismo femminile per assicurarne la salute e la longevità.

Sia che si tratti di una giovane studentessa under 20, che di una madre intorno ai 40 anni o di una signora in pensione ultrasessantenne, i parametri da tenere in considerazione in base all’età e al genere cambiano nel tempo, ed è per questo che si rende necessaria una costante prevenzione per rilevare eventuali rischi prima ancora che insorgano i sintomi di una malattia.

Un check up annuale, anche in caso di perfetta salute, di prevenzione donna assicura il corretto screening delle proprie condizioni sanitarie, e più si avanza con l’età, maggiore è la probabilità di escludere complicazioni di qualsiasi tipo in caso dell’insorgere di patologie varie.

Perché degli esami speciali per prevenzione donna?

La fisiologia delle donne può differire in modo significativo da quella degli uomini. Conoscere la predisposizione genetica per alcuni tipi di malattie e i fattori da tenere sotto controllo specifici per il benessere del corpo femminile è di fondamentale importanza per evitare l’insorgenza di problemi di salute.

Sottoponendosi a regolari controlli medici dedicati, si possono infatti prevenire malattie importanti a carico dell’apparato cardiocircolatorio e di quello riproduttivo, mantenendo una buona qualità di vita anche con l’avanzare dell’età.

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Le malattie che colpiscono maggiormente le donne

Cancro al seno, cancro al collo dell’utero, osteoporosi, diabete gestazionale, problemi alla tiroide e malattie cardiache sono le malattie cui le donne sono maggiormente soggette rispetto agli uomini a causa della fisiologia del corpo femminile.

La diagnosi precoce, che si ottiene facendo screening annuali in base all’età, come ad esempio il pap test, la mammografia, test della densità ossea o la MOC, permette di intervenire in tempo prima che le patologie possano degenerare in casi non risolvibili.

Ogni fase della vita, dalla pubertà alla gravidanza fino ad arrivare alla menopausa, richiede un livello di prevenzione donna diverso e specifico in base al modificarsi dei processi biologici, metabolici e ormonali.

Gli esami ematici per la prevenzione donna

Per affiancare i test di diagnostica e avere una panoramica più accurata del proprio stato di salute, le donne possono affidarsi anche ad analisi ematiche che indagano alcuni aspetti specifici del metabolismo femminile.

In particolare, i parametri più indicati per l’universo femminile da tenere d’occhio sono: il metabolismo dei grassi, i livelli di glucosio e di ferro presenti nel sangue, i fattori di coagulazione e quelli inerenti alla funzionalità renale, epatica, cardiaca e tiroidea.

L’analisi di sideremia e ferritina, ad esempio, indica la quantità di ferro presente nel sangue e segnala carenze o eccessi che possono manifestarsi con sintomi più o meno gravi, come cefalee, spossatezza, difficoltà a concentrarsi eccetera.

Allo stesso modo, valutare i livelli di acido folico, o vitamina B9, è fondamentale se si vuole affrontare la gravidanza o se si è già in dolce attesa, non solo per la donna, ma anche per la salute del nascituro.

Emergenza Forlife: check up prevenzione donna

Uno stile di vita sano, una dieta bilanciata, l’attività fisica e i controlli regolari sono tutti fattori di benessere e salute. Emergenza Forlife ha studiato per tutte le donne, under e over 40 anni, dei pacchetti di chek up prevenzione donna a domicilio per poter venire incontro a tutte coloro che non hanno tempo o possibilità di recarsi nei laboratori di analisi per sottoporsi al prelievo.

Consulta la pagina, chiama il numero e prenota il check up più adatto a te: il personale di Emergenza Forlife è sempre a disposizione per consigliarti la prevenzione più adatta a te.

Trasporto ECMO, cos’è e quale tipo di ambulanza serve

L’Extra Corporeal Membrane Oxygenation, con abbreviazione ECMO e tradotto in italiano come circolazione extracorporea a membrana, è una procedura di rianimazione che prevede il supporto meccanico prolungato delle funzioni vitali, respiratorie e cardiache, in pazienti in cui il cuore o i polmoni sono in condizioni tali da non poter garantire un adeguato scambio di gas o perfusione del sangue.

Viene praticata in condizioni acute gravi, quando l’organismo non risponde ai trattamenti farmacologici o non riesce a ossigenare a sufficienza il sangue, facilitando lo smaltimento dell’anidride carbonica e simulando un battito cardiaco potente e regolare. L’ECMO dunque assolve sia alla funzione ventilatoria dei polmoni che a quella di pompa del cuore.

Quando si usa e per chi è indicata l’ECMO

Durante le fasi più critiche della pandemia da COVID-19 la tecnica dell’ossigenazione a membrana extracorporea è stata ampiamente utilizzata in pazienti affetti da sindromi da distress respiratori acuti, aggravati dalla presenza del virus che impediva ai trattamenti convenzionali, tipo ventilazione artificiale o pronazione, di ottenere uno cambio di gas sufficiente.

Sebbene non siano molti i centri abilitati a questo tipo di procedura, tuttavia è stato dimostrato che quanto più precocemente si ricorra all’ECMO in situazioni di insufficienza cardio-respiratoria reversibile, tanto più sono numerose le possibilità di successo terapeutico.

Nonostante la tecnica sia altamente rischiosa e invasiva, si rende in alcuni casi necessaria poiché L’ECMO dà la possibilità agli organi interessati – cuore e polmoni – di restare a riposo il tempo necessario per recuperare le rispettive funzionalità.

Una pompa tecnologicamente avanzata simula infatti le contrazioni cardiache mentre l’ossigenatore a membrana dà supporto o sostituisce temporaneamente la funzione polmonare. Nel frattempo il sangue viene fatto uscire dal corpo da una vena centrale e fatto passare prima da un cosiddetto polmone artificiale e poi all’interno di un riscaldatore, per essere poi reimmesso nell’organismo tramite un’arteria.

Le due tipologie più diffuse di Ecmo sono quella veno-venosa, che serve principalmente a supportare i polmoni, e quella veno-arteriosa, dove invece svolge un’azione emodinamica più massiccia.

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Il trasporto ECMO, apparecchiature ed équipe sanitaria

Per il trasporto di pazienti sottoposti a ECMO è necessario un’équipe medica specializzata, solitamente composta da un medico cardiologo o pneumologo, uno o due cardio-anestesisti, un perfusionista e un tecnico ECMO o un infermiere di area critica. Questi si recano con l’attrezzatura portatile nel centro di prelievo del paziente che deve essere spostato per poterlo mettere in sicurezza e per avviare le pratiche di trasporto.

La procedura di movimentazione deve essere eseguita nella massima sicurezza data la fragilità in cui versa il paziente trasportato e con la massima velocità possibile, in modo da non prolungare una situazione potenzialmente pericolosa.

Solitamente per il trasporto in ECMO si ricorre a mezzi specializzati, tra cui ambulanze, elicotteri e aerei d’emergenza C130, a seconda della distanza che si deve percorrere per portare il paziente da un centro medico all’altro, ma anche delle condizioni meteo e della disponibilità dei mezzi stessi.

L’equipaggiamento delle ambulanze su strada che devono procedere al trasferimento del paziente con ECMO prevede la presenza di apparecchiature portatili, che compongono il cosiddetto “castello”, adatte all’ossigenazione del sangue extracorporea, tra cui pompe a centrifuga, defibrillatore, ecocardiografo, ossigenatore a membrana, tubi di raccordo, strumenti sterili, barelle appositamente progettate per ridurre al minimo gli spostamenti non voluti.

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Hai bisogno di un’ambulanza per un trasporto sanitario? Affidati a Emergenza For Life

Così come per il trasporto ECMO, il trasferimento sanitario di pazienti da casa verso centri di cura o intraospedaliero è una fase delicata che richiede la massima esperienza e la presenza di personale preparato a tutte le evenienze.

Per questo affidarsi a Emergenza For Life è sinonimo di competenza, affidabilità e tecnologia all’avanguardia. Prenota ora al numero 06 86976146.

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Nutrizione parenterale: cos’è, come funziona e come somministrarla a casa

La nutrizione parenterale consiste in una forma di alimentazione dell’organismo senza che il cibo bassi attraverso l’apparato digerente, destinata a pazienti che in via temporanea o permanente soffrono di patologie a carico di uno o più organi che compongono il sistema gastrointestinale.

Questo tipo di nutrizione può supplire in tutto o in parte all’apporto di sostanze nutritive, grazie a un accesso sotto forma di catetere venoso per l’infusione di soluzioni liquide che contengono carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali, amminoacidi ed elettroliti direttamente nel sangue.

Che cos’è la nutrizione parenterale e per chi è destinata?

La nutrizione parenterale è una terapia che prevede l’esclusione dell’apparato digerente, dalla bocca all’ano, nel processo di alimentazione.

Il termine parenterale, composto dalle parole greche para (oltre) e enteron (intestino) indica infatti qualsiasi forma di assunzione di macroalimenti che non contempli l’ingerimento attraverso la via gastrointestinale. È tuttavia da distinguersi dalla nutrizione enterale in cui è bypassato il tratto esofageo e/o gastrico attraverso l’inserimento di un sondino che porta direttamente le sostanze allo stomaco o nell’intestino tenue.

Molte malattie o condizioni patologiche possono richiedere la nutrizione parenterale, soprattutto in caso di mancato apporto nutritivo, disfunzioni della digestione o dell’assorbimento. Si usa per lo più nella sindrome dell’intestino corto, in presenza di fistole gastrointestinali, ostruzione intestinale, pancreatite acuta, in pazienti critici con il morbo di Crohn, cancro nell’apparato digerente, malattie ischemiche dell’intestino.

Tipologie di nutrizione parenterale

Come abbiamo accennato, la nutrizione per via parenterale può essere parziale o totale, a seconda della condizione medica di chi ne fa uso.

Solitamente la prima viene utilizzata in ospedale o nei centri di cura, specialmente in fase acuta, in presenza di malnutrizione o di carenza di alcuni specifici elementi, mentre quella totale, che prevede una cronicità delle condizioni che non permettono di mangiare liberamente o di assorbire correttamente le sostanze nutritive, viene somministrata quotidianamente a casa.

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Gli accessi per la nutrizione parenterale

Questo tipo di trattamento medico si può classificare anche in base alla tipologia di accessi venosi utilizzati per somministrarla:

  • Catetere venoso centrale: i liquidi vengono infusi attraverso un catetere che arriva direttamente nella vena cava superiore, in corrispondenza della clavicola e in prossimità del cuore, sfruttando la dimensione maggiore di questo vaso per poter veicolare dosi più sostanziose di nutrienti. Questo accesso è usato principalmente per la nutrizione parenterale totale.
    I cateteri possono essere esterni, parzialmente impiantati o tunnellizzati, impiantati completamente (port suttocutaneo), inseriti perifericamente fino alla vena cava superiore, a punta aperta o a punta chiusa.
  • Catetere venoso periferico: l’accesso si situa su una vena periferica, del braccio, del collo o della gamba.

I liquidi infusi sono soluzioni glucosate o saline, contenenti lipidi, amminoacidi essenziali, proteine e vitamine e sono contenuti in sacche sterili.

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Nutrizione parenterale domiciliare

I pazienti il cui apparato digerente non funziona correttamente e che quindi necessitano di introduzione di calorie e sostanze nutritive direttamente nel flusso sanguigno possono essere nutriti direttamente a casa attraverso la nutrizione parenterale, per settimane, mesi e addirittura per tutta la vita.

Le procedure di somministrazione della terapia devono essere eseguite in condizioni sterili e con la massima cura, per evitare rischi di infezione legati all’accesso venoso impiantato nell’organismo. Grazie a una serie di monitoraggi dei livelli di acqua, carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali immessi e assorbiti dal paziente, si ottiene una formula personalizzata per rimpiazzare completamente l’alimentazione via orale.

A seconda dei casi, può essere richiesta l’assistenza di un infermiere specializzato, che possa attuare la terapia secondo i protocolli e che gestisca le pompe infusionali, la sostituzione delle sacche, dei cateteri e dei deflussori, ottimizzando la procedura.

Il team di Emergenza For Life a disposizione

L’incapacità di mangiare e la dipendenza da flebo, sacche e macchinari per nutrirsi possono essere fattori aggravanti della condizione di un paziente che deve ricorrere alla nutrizione parenterale.

Per questo è importante affidarsi alle cure di un’équipe professionale e specializzata, che possa gestire al meglio tutti i passaggi richiesti da questo tipo di terapia, riducendo al minimo i fattori di rischio e sollevando anche i familiari da un’incombenza onerosa.

Gli infermieri di Emergenza For Life sono a disposizione per effettuare il trattamento seguendo le indicazioni del medico curante in modo efficace e sicuro. Per qualsiasi informazione e appuntamenti, basta chiamare il numero 0686976146.

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Ecocolordoppler: che cos’è, a cosa serve e perché farlo a domicilio

L’ecocolordoppler è un esame di diagnostica per immagini che viene utilizzato principalmente per determinare la grandezza, la funzionalità, la salute del cuore, delle valvole cardiache e dei principali vasi sanguigni dell’organismo.

L’esame, del tutto indolore e non invasivo, valuta la capacità di pompaggio del sangue del muscolo miocardico, individuando eventuali anomalie del flusso sanguigno venoso e arterioso che passa nelle quattro cavità di cui è composto, atri e ventricoli, o all’interno delle vene e delle arterie.

Cos’è l’ecocolordoppler

Immagini ecocolordoppler

L’ecocolordoppler è una forma di ecografia vascolare che fornisce informazioni su pervietà e anatomia dei vasi sanguigni, combinando all’ecografia standard il cosiddetto effetto Doppler (o eco-Doppler), che genera un grafico in base al ritorno delle onde sonore a ultrasuoni inviate sul flusso sanguigno all’interno dei vasi.

Grazie all’aggiunta di colori alle immagini ecografiche, solitamente rosso e blu, è possibile individuare la velocità e la direzione del flusso, potendo così studiare grandi aree di circolo e facilitando l’individuazione di anomalie che dovranno poi essere interpretate dal cardiologo.

Il flusso che si allontana dalla sonda è colorato in blu, mentre quello che si avvicina è rappresentato dal rosso, secondo una scala di gradazione cromatica che mette in evidenza le velocità maggiori.

Un terzo colore, arbitrariamente scelto anche se per lo più si tratta del giallo o del verde, denota le aree dove si manifestano turbolenze o variazioni del flusso.

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A cosa serve l’ecocolordoppler

Il monitoraggio della velocità e della direzione del flusso all’interno del cuore e dei vasi sanguigni è di primaria importanza per la diagnosi precoce di malattie anche nel momento in cui il paziente non manifesti sintomi imputabili a un’anomalia del sistema cardiocircolatorio.

Restringimenti, ostruzioni, scarsa capacità di contrazione possono infatti essere individuati con anticipo prima che determinino situazioni critiche, sottoponendo il paziente alle giuste terapie farmacologiche o ospedaliere.

Tipologie di ecocolordoppler

A seconda della struttura che si vuole monitorare, l’ecocolordoppler venoso o arterioso può essere eseguito su:

  • Arti superiori: per lo studio delle caratteristiche morfologiche quali diametro, parete vascolare e rapporti con le altre strutture delle arterie del braccio e dell’avambraccio (ulnare, omerale o brachiale, ascellare, succlavia); per individuare placche, stenosi, occlusioni, aneurismi, infiammazioni, trombi, insufficienza arteriosa, pervietà dei vasi.
  • Arti inferiori: per lo studio delle caratteristiche morfologiche quali diametro, parete vascolare e rapporti con le altre strutture dell’arteria femorale e dei rami surali; per individuare placche, stenosi, occlusioni, aneurismi, trombi, insufficienza arteriosa, pervietà dei vasi.
  • Carotidi: per lo studio morfologico dei tronchi sovraortici e dei vasi epiaortici; per individuare eventuali placche, stenosi, occlusioni, aneurismi e trombi.
  • Cuore: per lo studio morfologico del muscolo miocardico in tutte le sue componenti, misurando le camere, la funzionalità delle valvole e i movimenti delle pareti cardiache.
  • Tiroide: per lo studio della vascolarizzazione della ghiandola e l’individuazione dei noduli.
  • Testicoli: per lo studio dei vasi sanguigni, soprattutto dell’eventuale dilatazione o varicocele che può portare a sterilità.

Come si effettua l’ecocolordoppler?

L’esame non richiede nessuna preparazione particolare, svolgendosi come una normale ecografia della durata di 20-30 minuti.

Il paziente viene fatto sdraiare in posizione confortevole e supina mentre il medico radiologo passa sulla regione interessata una sonda o transduttore impregnata di gel trasparente. Le immagini ricevute sono immediatamente trasmesse sul monitor e colorate dall’apparecchiatura che registra anche il suono prodotto dal flusso sanguigno e dalle valvole.

Per chi è indicato questo esame?

Persone con predisposizione familiare o con fattori di rischio alle malattie cardiovascolari dovrebbero sottoporsi all’ecocolordoppler intorno ai 50 anni. Sarò poi il medico, a seconda dei risultati ottenuti, a indicare la frequenza di ripetizione dell’esame.

L’ecocolordoppler è indicato anche per le persone lungamente allettate, che hanno già avuto problemi come trombi, embolie, occlusioni o che sono reduci da una lunga degenza postoperatoria.

Ecocolordoppler a domicilio

Emergenza For Life a Roma e in tutto il Lazio, grazie al suo staff altamente qualificato e alla strumentazione all’avanguardia per la diagnostica a domicilio, ti permette di effettuare l’ecocolordoppler direttamente a casa tua, senza doverti spostare. Per prenotare l’esame, contatta il numero: 06 86976146.

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L’importanza della prevenzione per mantenersi in salute

Prevenire è meglio che curare: un vecchio adagio con cui tutti, prima o poi, si trovano a fare i conti, specie nell’ambito della salute, dove proprio la prevenzione gioca un ruolo fondamentale.

Molte malattie, patologie o sindromi, possono infatti essere diagnosticate in modo precoce e con un’aspettativa di guarigione migliore se ci si sottopone a controlli periodici poco invasivi ma molto efficaci.

Una questione di mentalità

Negli ultimi vent’anni la medicina è profondamente cambiata: se prima ci si rivolgeva al dottore solo in casi di estrema necessità, oggi con l’educazione e la crescita della cura di se stessi, la prevenzione è diventata una routine cui è doveroso sottoporsi per evitare o anticipare l’insorgenza di diversi tipi di problemi, sia per la salute individuale che per quella collettiva.

Anche la cultura del benessere ha incentivato le persone a interessarsi maggiormente al proprio stile di vita, soprattutto per evitare i rischi derivanti da cattive condotte legate all’alimentazione, alle abitudini, alle attività fisiche e psichiche.

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I check up periodici

Non di rado è lo stesso medico di famiglia che richiede ai propri pazienti di sottoporti a check-up periodici, in modo da essere sempre al meglio della propria salute e ridurre il numero dei bisognosi di trattamenti medici d’emergenza o di operazioni ospedaliere.

I check up regolari possono aiutare a identificare piccole alterazioni all’interno dell’organismo prima che diventino un vero e proprio problema. Una diagnosi precoce è infatti determinante per ricevere la terapia adeguata e per aumentare le possibilità che essa funzioni in tempi brevi, evitando le complicazioni.

Ecco perché non bisogna mai sottovalutare gli screening e i monitoraggi suggeriti dal Sistema Sanitario Nazionale, nell’ottica di procedere verso una vita più lunga e più salutare.

I benefici dei check-up regolari

Sottoponendosi regolarmente ad alcune visite di controllo e prevenzione si può:

  • Ridurre il rischio di ammalarsi
  • Rilevare condizioni potenzialmente pericolose per la salute
  • Rilevare l’insorgenza di patologie
  • Aumentare le possibilità di terapia
  • Limitare il rischio di complicazioni attraverso il monitoraggio costante delle condizioni di criticità
  • Migliorare la vita e allungarne la durata
  • Ridurre il costo dei servizi sanitari
  • Ricevere assistenza e cure sempre più all’avanguardia

Quali sono i fattori da tenere sotto controllo?

La prevenzione passa per una serie di considerazioni che di volta in volta dovranno essere valutate dal medico di fiducia, sia per anticipare, come abbiamo detto, l’insorgenza di patologie, ma anche per non eccedere nella ricerca di sintomatologie inesistenti.

Tuttavia, ci sono alcuni fattori ricorrenti che devono essere tenuti a mente (la lista non è esaustiva): la storia familiare, l’eredità genetica, l’età, le abitudini alimentari, il consumo di alcol e fumo, il peso corporeo, lo stile di vita, etc.

Fondamentale è ricordare che la prevenzione non è uguale per tutti, specialmente in base al genere: ad esempio le donne dovranno sottoporsi agli screening del seno e della cervice laddove per gli uomini è indicato il controllo della prostata. È stato anche appurato che le prime siano più soggette a malattie cardiovascolari rispetto ai secondi, che invece rischiano maggiormente di sviluppare patologie a carico dei reni e dell’intestino.

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I check up dedicati di Emergenza For Life

Proprio per questo For Life dedica a tutte e a tutti pacchetti mirati alla prevenzione, in funzione dell’età e del sesso, da poter effettuare comodamente a casa: con un semplice prelievo domiciliare, sarà infatti possibile monitorare tutta una serie di parametri studiati appositamente in base alla fisiologia di uomini e donne sopra e sotto i 40 anni.

Per saperne di più, visita il sito e prenota una check up domiciliare quando vuoi e dove vuoi.

Ambulanza nel weekend? Nessun problema se sai a chi affidarti

Una partita di calcetto finita male, una caduta sulle scale di casa rocambolesca, un’emergenza inaspettata che richiede una corsa in ospedale: l’ambulanza nel weekend è un servizio fondamentale che non va mai in vacanza né può essere sospeso.

Assistenza medica sabato e domenica

Ottenere un’ambulanza nel weekend chiamando il 118 (o meglio il 112) può richiedere molto tempo rispetto agli altri giorni della settimana: il sabato e la domenica, infatti, le richieste di soccorso domiciliare si fanno più fitte da una parte perché manca il supporto garantito dai medici di famiglia e di base durante i giorni feriali, e dall’altra perché i maggiori eventi sportivi, di aggregazione (manifestazioni come sagre, fiere, raduni, concerti e via dicendo), di intrattenimento e di svago si concentrano proprio in questi due giorni.

Anche se spesso si tratta di chiamate da codice bianco o verde, il risultato è quello di un intasamento delle linee che comporta un sovraccarico di richieste per il SSN.

È un dato di fatto che, nonostante la copertura medica assicurata anche nei fine settimana nei pronto soccorso, le attese per essere visitati o per ricevere assistenza domiciliare si allunghino inevitabilmente durante il weekend.

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Gli eventi e gli infortuni sportivi

Un altro fattore che può richiedere l’intervento di un’ambulanza nel weekend è quello legato alle attività ludiche e sportive.

Il sabato e la domenica sono spesso consacrati al tempo libero, allo sport e agli incontri sportivi, come gare, partite, manifestazioni e così via.

Non di rado, soprattutto quando l’agonismo o, al contrario, l’inesperienza spingono a prodursi in gesti estremi, aumenta la possibilità di farsi male e di procurarsi infortuni soprattutto a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.

In inverno, poi, la statistica relativa agli infortuni sportivi durante il weekend sale notevolmente rispetto agli altri periodi dell’anno perché è proprio nel fine settimana che si concentra l’affluenza massima sulle piste da sci, dove è purtroppo molto frequente farsi male.

Ricordiamo che i maggiori eventi sportivi, dove è prevista una presenza di pubblico sostanziosa, un mezzo di primo soccorso deve sempre essere presente per legge, ma negli altri casi in cui questo non è contemplato, si può chiamare un’ambulanza privata quando se ne si presenti la necessità.

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Assistenza domiciliare nel fine settimana

Ci sono poi le persone allettate, impossibilitate nei movimenti o inferme per le ragioni più svariate: per tutti questi pazienti non esistono giorni festivi e giorni ordinari, pertanto l’assistenza domiciliare deve essere sempre garantita.

Per questo può presentarsi l’esigenza di chiamare un’ambulanza nel weekend, o di ricevere prestazioni da parte di personale qualificato, in grado di gestire l’emergenza. Il consiglio è sempre quello di affidarsi a un servizio qualificato, veloce e professionale che possa essere di supporto in ogni fase dell’intervento richiesto.

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For Life Emergenza, l’ambulanza nel weekend pronta per qualsiasi evenienza

Se hai bisogno di un’ambulanza nel weekend per te o un tuo familiare, sia in caso di infortunio che in caso di trasferimento verso o da un centro di cura, For Life Emergenza ha la soluzione giusta per te, fornendo un servizio dedicato 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

E per gli organizzatori di eventi di qualsiasi genere durante il weekend, For Life Emergenza è a disposizione per fornire la competenza e le attrezzature obbligatorie a norma di legge: dall’assistenza durante gare e competizioni sportive, all’assistenza medica per eventi di massa, concerti ed iniziative di ogni tipo.

II personale medico, infermieristico e di primo soccorso è altamente specializzato e pronto a intervenire in ogni momento.

Per saperne di più, contatta il numero 06 86 976 146

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