Misurazione dei parametri vitali: cosa sono e quali sono i valori corretti?

misurazione parametri vitali

La misurazione dei parametri vitali è una delle attività più importanti in campo medico. La vita, infatti, a livello biologico, è connessa ad alcuni parametri vitali fondamentali e imprescindibili.

La corretta interpretazione di questi parametri è decisiva: la vita dei pazienti dipende (il più delle volte) dalla giusta interpretazione e analisi di questi dati. Il nostro corpo infatti non è solito avere reazioni casuali e sporadiche e quando si sente “attaccato” reagisce sempre in un modo specifico. Insomma, un medico o un infermiere in grado di interpretare i parametri vitali è un potenziale eroe: nei momenti più complicati o complessi, saprà prendere la decisione giusta nel minor tempo possibile.

Parametri vitali: cosa sono e cosa indicano

I parametri vitali segnalano il grado di salute di una persona. Se uno di essi è alterato, significa che qualcosa non funziona nel nostro organismo. La misurazione dei parametri vitali consente di valutare lo stato di salute generale di una persona a livello cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso e metabolico. Sia chiaro, l’accertamento di questi parametri è soltanto il primo passo.

Non si tratta infatti di esami specifici e solo analisi più approfondite possono aiutare il medico o l’infermiere a fare diagnosi più definite. I segni vitali vengono registrati con il sistema di codifica LOINC (Logical Observation Identifiers Names and Codes), riconosciuto a livello internazionale.

I parametri vitali primari sono cinque: temperatura corporea, frequenza respiratoria e saturazione sanguigna, frequenza cardiaca e pressione arteriosa. A questi è stato aggiunto anche il dolore.

Temperatura corporea

parametri vitali: misurazione della temperatura

Uno dei parametri vitali più importanti è la temperatura corporea.

Essa indica tecnicamente la differenza tra la produzione di calore (termogenesi) e la sua perdita (termodispersione). Questo parametro è fondamentale perché è connesso ai processi metabolici cellulari del corpo. Il calore “interno” si trasferisce alla cute e poi si disperde nell’ambiente.

Per essere considerato normale, il valore della temperatura corporea deve essere compreso fra 35.5 gradi e 37.5. Sia chiaro, la soglia di “preoccupazione” è 37.2 (ipertermia): il superamento di questo valore certifica una presenza nell’organismo di tipo patogeno (virus intestinale, influenza, Covid-19, malanno stagionale) o di un’alterazione dei processi interni.

Le tre fasi di uno stato febbrile – ascesa o prodromica, plateu o fastigio, defervescenza – devono essere monitorate per accertarsi del corretto decorso della malattia e dell’eventuale terapia associata.

Ci sono 4 modi per misurarla: bocca, ascella, timpano o ispezione rettale (mediamente più alta di 0.5 gradi). Sotto i 35 gradi e mezzo si parla di ipotermia. L’organismo perde più calore rispetto a quello che riesce a produrre. Le due cause principali dell’ipotermia sono l’esposizione a una bassa temperatura o l’immersione in acqua fredda.

La frequenza respiratoria

Per frequenza respiratoria, si intende il numero di atti respiratori che un individuo compie nell’arco di tempo di un minuto.

Questi variano a seconda dell’età: sono fra i 14 e i 20 nell’adulto, fra i 20 e 40 nel bambino e fra 30 e 80 nei neonati.

In caso di respiro regolare, si parla di eupnea (dal greco εὖ=bene e πνέω=respirare), mentre se i valori sono al di sotto della soglia fisiologica ci si trova in presenza di bradipnea o, viceversa, di tachipnea se il respiro è molto accelerato.

L’aria viene assunta dall’ambiente circostante attraverso le cavità nasali (o anche attraverso la bocca) e viene espulsa dall’organismo. Il respiro può essere trattenuto fino al momento in cui l’anidride carbonica raggiunge il livello di allerta.

Quando invece il ritmo del respiro è irregolare, ci si può trovare di fronte a condizioni di dispnea, apnea o iperventilazione.

La misurazione dei parametri vitali non può prescindere dalla frequenza respiratoria. Questo parametro ci consente di capire se la capacità polmonare è adeguata o se nell’organismo sono presenti alterazioni (asma, ansia, polmonite, insufficienza cardiaca e malattie polmonari). La frequenza respiratoria è connessa al parametro di saturazione sanguigna, che segnala la quantità di emoglobina presente nel tessuto sanguigno.

Di norma, la percentuale di emoglobina satura in condizioni normali supera il 95%. I valori auspicabili sono attorno al 97-98%. In presenza di malattie polmonari, la saturazione d’ossigeno scende sotto questa soglia e può arrivare (nei casi più gravi) attorno all’80%. Un valore inferiore all’80% è molto preoccupante e certifica uno stato ipossico grave.

Leggi anche: Ossigenoterapia domiciliare: che cos’è e a cosa serve

Parametri vitali e cuore: la frequenza cardiaca

misurazione parametri vitali

La frequenza cardiaca indica il numero dei battiti cardiaci presenti in un minuto.

I valori normali in un soggetto sano e adulto sono dai 60 agli 80 battiti per minuto. Al di sotto dei 60 bpm si riscontra una condizione di bradicardia – fisiologica negli sportivi, ma patologica in altri casi – mentre al di sopra dei 100 bpm si parla di tachicardia – una condizione che segnala uno sforzo eccessivo da parte del cuore.

Questo parametro può essere misurato attraverso la palpazione dell’arteria radiale – e in questo caso si dice che si misura “il polso” – o attraverso quella carotidea, vasi particolarmente superficiali che possono essere reperiti con facilità.

Le alterazioni del ritmo cardiaco (battiti cardiaci irregolari e anomali) segnalano la presenza di una forma di cardiopatia (che andrà indagata con ulteriori esami).

L’alterazione cardiaca a riposo comporta una serie di conseguenze a livello fisico che vanno monitorate costantemente (conseguenze che possono essere legate a patologie cardiovascolari). Per controllare la frequenza cardiaca, bisogna fare un elettrocardiogramma.

Ricordiamo infine che la frequenza cardiaca può subire variazioni sia per cause patologiche che per cause benigne, ad esempio forti emozioni, eccitabilità, sforzi fisici, ma anche per l’assunzione di particolari farmaci.

La pressione arteriosa

Parametri vitali: pressione arteriosa

Fra i parametri vitali, assume un valore di fondamentale importanza la pressione arteriosa. Questa segnala la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Viene misurata in millimetri di mercurio e viene espressa attraverso una frazione.

I valori normali sono 120/80 mm/hg. Se la pressione è superiore a 140/90, significa che il soggetto soffre di ipertensione. La misurazione deve essere effettuata sempre da personale specializzato e lontano dall’assunzione di caffeina o nicotina.

Per la rilevazione occorre un apposito strumento, lo sfigmomanometro, analogico o digitale.

Leggi anche: Misurazione della pressione arteriosa: come si fa e a cosa serve

Altri parametri vitali da monitorare

Oltre a questi parametri vitali monitorabili, esistono altri segnali che aiutano il medico o l’infermiere a capire lo stato di salute del paziente.

Il primo è la soglia del dolore: il paziente deve giudicare il dolore da 1 a 10. Alcuni medici sono scettici su questo parametro e lo reputano troppo soggettivo, ad ogni modo è importante per comprendere la soglia di dolore del paziente. Si possono distinguere diversi tipi di dolore, a seconda delle cause scatenanti: acuto, in caso di evento subitaneo e lesione localizzata; cronico, se perdura da almeno 3 mesi; oncologico, in presenza di tumori che determinano stati di infiammazione cronici o acuti; nocicettivo, anche detto fisiologico; neuropatico, conseguente a una lesione del tessuto nervoso.

Peso corporeo, altezza e indice di massa corporea sono un altro segnale importante per scongiurare malattia e complicazioni croniche, specie in caso delle condizioni estreme di obesità o anoressia.

Anche il colore della cute è un parametro vitale che offre alcuni spunti. La pelle pallida segnala un apporto di ossigeno ridotto e può essere associata a ipotensione arteriosa, anemia o insufficienza respiratoria.

Se la pelle è blu (cianosi) significa che il corpo non sta ricevendo il giusto ossigeno (ischemia periferica). Se la pelle è rossa, vuol dire che l’organismo sta cercando di combattere un’infezione in atto (ustione, febbre, colpo di calore, orticaria, intossicazione alimentare).

For Life Emergenza: professionisti in campo medico

Il team di For Life Emergenza garantisce uno standard qualitativo elevato ed orientato a soddisfare le esigenze di ogni tipo di paziente. I medici e gli infermieri a domicilio di For Life Emergenza garantiscono un’assistenza entro 24 ore e possono valutare i segni vitali, interpretandone i valori e suggerendo il tipo di intervento da seguire in caso di anomalie.

CONTATTACI 

Immagine in evidenza: paginemediche.it

For Life Emergenza